Il Mistero di Anna

Dalla prefazione

Stiamo attraversando un’epoca di grande travaglio a tutti i livelli: la pandemia deve essere l’occasione di riflettere sulla strada per rigenerare un’autentica società di pace in cui la giustizia non sia invocata a parole ma nei fatti.

Ca’ Edimar ha scelto questa strada fin dall’inizio e la mantiene nelle varie forme particolarmente significative e numerose in cui oggi la sua azione originaria si esprime.

Perchè la mantiene? Perchè l’amore per l’altro, che ci può insegnare l’amore per noi stessi e l’amore per Dio, continua ad essere l’anima di questa vostra famiglia.

Card. Angelo Scola

Non sono innanzitutto la competenza e il ruolo sociale che hanno mosso Mario e Daniela verso Edimar; come da loro testimoniato in varie occasioni, è stata la loro figlia Anna, nata gravemente disabile e morta a quindici anni, nel 1995. Anna è stata la porta di ingresso al Mistero che Mario, Daniela e i loro amici avevano avvertito nell’incontro con don Giussani.

Il Mistero non è l’ignoto, qualcosa che né si vede, né si conosce; è qualcosa, o meglio qualcuno, che si incontra, si frequenta, ma non si possiede perché più grande, infinitamente più grande di noi. Anna, per l’appunto, con la sua fragilità, la sua sofferenza e la sua gioia ha comunicato ai genitori la profondità e l’ineffabilità della vita e quindi del suo protagonista, la persona. La vita introduce al destino, al porto e al compimento per cui è fatta, che la resurrezione di Cristo promette come vita ancora più grande, addirittura eterna. A questo noi tendiamo con tutto l’essere e per questo ci accogliamo a vicenda senza avere paura della difficoltà. Anzi, in presenza della difficoltà sociale e fisica, chi accoglie si propone come punto di appoggio e di sostegno per riprendere, combattere e magari rinascere.

Giancarlo Cesana