I vincitori delle quattro borse di studio!

Visto il verbale della Commissione dell’Università di Padova, presieduta dalla Dott.ssa Daniela Lucangeli, si dichiarano i vincitori del bando per l’assegnazione delle quattro borse di studio del progetto: “L’apprendimento difficile: un progetto dell’efficacia del potenziamento dello sviluppo prossimale nelle learning disabilities“.

 Per visualizzare i quattro nomi dei vincitori scarica l’allegato!

Un saluto speciale a Angelo Ferro: nel suo cuore e nella sua sensibilità sociale c’era anche Ca’ Edimar

Domenica 13 marzo è tornato alla casa del Padre Angelo Ferro, noto imprenditore padovano e uomo di spicco della società padovana per il suo impegno nel sociale.

Angelo Ferro, nato a Padova nel 1937, fin da giovanissimo si è interessato di problematiche socioeconomiche, con particolare riferimento all’ambito della longevità, dando vita a Padova nel 1955 insieme a Don Antonio Varotto e Nella Maria Berto alla Fondazione Opera Immacolata Concezione onlus, diventata nel tempo una delle più rilevanti organizzazione non-profit europee con oltre 1.500 dipendenti di 29 diverse nazionalità.

Grazie alla propria parallela carriera accademica (è stato per oltre 30 anni professore di Politica Economica Internazionale e di Economia Internazionale alla Facoltà di Economia dell’Università di Verona) ed imprenditoriale (titolare di un gruppo leader del mercato mondiale nel settore dell’impiantistica alimentare, nonché membro di diversi consigli di amministrazione di società quotate, in particolare nell’ambito editoriale e bancario) ha sviluppato negli anni una specifica sensibilità ed esperienza nell’introduzione di metodologie ed approcci aziendalistici in ambiti di non-profit, alla ricerca di un sostenibile compromesso tra le esigenze di community sociale ed il rispetto dei criteri economici.
Sintesi di particolare significato e concretezza di questo percorso è l’esperienza del Centro Civitas Vitae di Padova, un’area di circa 12 ettari dove oggi convivono armonicamente secondo logiche di stretti legami intergenerazionali strutture residenziali, sanitarie, formative, socio-assistenziali e sanitarie ma anche ludiche, sportive e di avviamento al lavoro
Anche se ciò è meno noto, il suo nome è legato anche a Ca’ Edimar.

Nel 2007 infatti incontrando Mario Dupuis ed alcuni altri operatori di Ca’ Edimar si appassiona alla loro idea di aiutare i giovani che fanno difficoltà a trovare lavoro e che perciò, restando nullafacenti con situazioni familiari fragili, sono esposti al rischio di marginalità e, a volte, devianza.

Nasce così “New Labor”, perché Angelo Ferro, radunando attorno a sé alcuni imprenditori amici, fonda una piccola azienda di lavoro vera e propria e si adopera per costruire a Ca’ Edimar un capannone che consenta di creare piccole catene di produzione su vari settori del terziario in modo che i giovani senza lavoro, in attesa di una occupazione più stabile, sperimentino in un vero ambiente di lavoro l’inizio di un loro percorso di vita attiva; per questa si chiama “impresa di transizione”.

Il capannone viene inaugurato l’11 maggio 2007. La sfida è molto alta, perché i giovani inseriti sono sì giovani fragili, ma non hanno alcuna certificazione che permetta agevolazioni o contributi.
L’incipiente crisi industriale fa sì che dopo 2 anni ricchi di esperienze positive e di varie attività lavorative, New Labor come azienda non riesce a reggere all’urto dei costi di produzione.
Ma Angelo Ferro e i suoi amici non si scoraggiano; accettano la conversione del capannone in attività formative nel settore della panificazione ma desiderano che lo spirito di New Labor continui sotto altra forma.       

Nasce così nel 2009 l’Associazione “Amici di New Labor” di cui Angelo Ferro è presidente fino al febbraio 2010, quando, su sua proposta, viene eletto l’attuale presidente, l’imprenditore Carlo Sabattini, membro della Giunta della Camera di Commercio di Padova, già Presidente di Interporto di Padova.

Angelo Ferro, intervenendo sempre alle riunioni del Direttivo, non ha fatto mai mancare sia il contributo di idee e di giudizi su come oggi deve evolversi la cultura della solidarietà sia il suo contributo economico per elargire le borse lavoro di sostegno ai giovani e agli adulti inoccupati e che Ca’ Edimar continua ad aiutare tramite opportunità di stage, tirocini o possibili brevi esperienze di lavoro, accompagnate anche dall’ospitalità residenziale nei casi di persone senza fissa dimora.
Diceva sempre Angelo Ferro: non facciamo assistenza, ma contribuiamo affinché questi giovani acquistino stima in se stessi e possano affrontare con più maturità le fatiche inevitabili del vivere.
Grazie Angelo da parte di tutta Ca’ Edimar e dalle decine di giovani che hanno avuto e continuano ad avere dall’Associazione “Amici di New Labor” un aiuto per non rimanere soli e senza speranza.

Qui puoi guardare l’intervista ad Angelo Ferro durante un Consiglio Direttivo a Ca’ Edimar dell’Associazione “Amici di New Labor

https://www.youtube.com/watch?v=Z4UEQmhmmXQ

Hai già deciso il tuo futuro?

Per i ragazzi di terza media si avvicina il momento della scelta delle superiori; molti studenti però non hanno ancora le idee chiare su quale scuola superiore scegliere dopo le medie. Quale scuola è più adatta a voi? 

Per capirlo bisogna informarsi bene, ecco perché il Polo di apprendimento offre la possibilità degli sportelli di orientamento e riorientamento rivolto ai ragazzi delle scuole secondarie di primo e secondo grado.

Centro difficoltà d’apprendimento: un aiuto per numerosi bambini

Lunedì 26 ottobre 2015 presso il Rettorato dell’Università di Padova si è svolta la conferenza stampa di presentazione dei risultati sugli interventi effettuati su bambini con difficoltà d’apprendimento.

I risultati sono stati effettuati da parte del Centro Regionale gestito dalla Fondazione Opera Edimar, con la consulenza scientifica dell’Università di Padova e con gli altri Centri della rete “Polo apprendimento sparsi in tutta Italia. La prof.ssa Daniela Lucangeli, Prorettore alla continuità formativa scuola-università-lavoro, portando il saluto del Rettore impossibilitato a partecipare, ha sottolineato la crescita che ha avuto nel corso degli anni tale progetto: iniziato infatti nel 2006, con esso si è risposto ad un immane bisogno di aiuto che le scuole stesse richiedevano dal momento che da sole non sono in grado, per questi problemi specifici, di rispondere ai problemi di apprendimento che si vengono a riscontrare durante il loro impatto con l’esperienza scolastica. Da questo punto di vista l’alleanza scuola-famiglia-centro si è dimostrata fondamentale.
La dott.ssa Lucia Micheletto, coordinatrice del Centro, ha illustrato i risultati attraverso un documento di sintesi elaborato dai ricercatori universitari coinvolti nel progetto.
Mario Dupuis, Presidente della Fondazione Opera Edimar, ha ringraziato l’Università per la forte collaborazione dimostrata in questi anni e, in particolare, ha ringraziato la Fondazione CARIPARO per aver investito in tutti questi anni finanziando gli assegni di ricerca che l’Università ha assegnato a giovani competenti. “Finanziando questo progetto – ha detto Dupuis – la Fondazione Cariparo ha permesso allo Stato di investire bene la cifra di 900.000 € all’anno, cioè la spesa complessiva per la frequenza scolastica di circa 60 bambini, seguiti ogni anno dal Centro di Padova. Senza questo sostegno di 58.000 € all’anno finalizzato a coprire gli assegni dati ai professionisti scelti dall’Università di Padova, la stragrande maggioranza di questi ragazzi sarebbe andata incontro ad un insuccesso, cominciando perciò, già da bambini, un percorso scolastico difficoltoso. Questo ci fa dire che con circa 60.000 € all’anno la Fondazione Cariparo permette allo Stato di investire con successo 900.000 €!”.

Da sinistra a destra: Dott.ssa Daniela Lucangeli e Mario Dupuis
Da sinistra a destra: Dott. Daniela Lucangeli, Mario Dupuis (Presidente Fondazione Opera Edimar) Lucia Micheletto (coordinatrice del Polo Apprendimento)

L’allegato mostra la sintesi del rapporto 2013-2015 sul progetto “L’apprendimento difficile: un progetto dell’efficacia del potenziamento dello sviluppo prossimale nelle learning disabilities“.

Progetto Attivamente 2015-2016

Per l’anno scolastico 2015-16 la Fondazione Cariparo ha scelto, come per l’anno 2014-15, la Fondazione Opera Edimar per continuare nelle scuole i percorsi di metodo di studio.

L’iniziativa prevede che vengano proposti alla classe i seguenti argomenti:

– la motivazione allo studio;
– l’organizzazione dello studio;
– lavorare sul testo con efficacia;
– lavorare sul testo con efficacia;
– tecniche di elaborazione del testo;
– metodo di studio e meta cognizione;
– prepararsi alle prove di verifica orali;
– prepararsi alle prove di verifica.

Il progetto Attivamente è rivolto a tutte le scuole secondarie di primo e di secondo grado.
Le scuole coinvolte sono quelle delle province di Padova e Rovigo e possono iscriversi entro il 2 ottobre.

Attenzione: le iscrizioni non possono essere fatte direttamente alla Fondazione Opera Edimar!

Per ulteriori informazioni le scuole possono leggere e scaricare l’opuscolo Attivamente della Fondazione Cariparo.

Qui puoi conoscere tutti i servizi alle scuole!

250 persone invadono Edimar, ed è subito festa!

Domenica 8 novembre più di 250 ragazzi e adulti dei Gruppi dei “Cavalieri”, un grande movimento di ragazzi delle medie nato dentro l’esperienza di Comunione e Liberazione.

Un gruppo nato dall’intuizione dell’indimenticabile Don Giorgio Pontiggia hanno vissuto con Mario Dupuis e le altre famiglie di Ca’ Edimar una giornata di festa.
Nel dialogo con loro Mario Dupuis ha cercato di comunicare il valore delle “case” che nascono dentro l’esperienza cristiana, le case fatte dalle famiglie come i monasteri oppure case particolari come Ca’ Edimar…case che sono i “terminali” dell’unica grande dimora che é la Chiesa. E l’origine di tutte queste case é nella prima casa in cui il Mistero fatto carne, Cristo, ha iniziato ad “abitare”: il grembo di Maria e poi la casa di Nazareth, senza la quale Giovanni e Andrea non avrebbero potuto dire “Maestro, dove abiti?” e Cristo non avrebbe potuto rispondere “Venite e vedete” (“la formula del cristianesimo, direbbe don Giussani). “E rimasero con lui tutto il giorno”. La presenza di queste case é il dono più grande che possiamo fare agli uomini di oggi, ragazzi, giovani o adulti che siano, che cercano una “dimora” dove poter dire “qui posso respirare”.

Ca’ Edimar si interroga sull’accoglienza dei profughi

Dopo la riunione del Consiglio della casa di Ca’ Edimar, Mario Dupuis ha inviato una lettera al Vicario Generale della Diocesi di Padova. mons. Paolo Doni.

Riportiamo il testo:
Le scrivo a nome delle tre famiglie volontarie dell’Associazione “Edimar” che vivono a Ca’ Edimar, una casa di accoglienza nata nel 2001 per minori e che si è evoluta in un “villaggio” dove oggi vengono accolti non solo minori ma anche giovani e adulti soli, senza casa e spesso senza lavoro e mamma con bambini senza un nucleo parentale di riferimento.

A Ca’ Edimar l’ospitalità è un bene, un bene innanzitutto per chi la offre prima ancora per chi la riceve, perché ci fa entrare di più nel mistero della vita e del dono grande che Dio ci ha fatto di potere conoscere, attraverso Suo Figlio Gesù, il Destino Buono a cui attraverso questa vita, pur piena di fatiche, dolori, contraddizioni, siamo chiamati.

Ci siamo anche noi interrogati, sentendo l’invito paterno e autorevole di Papa Francesco e leggendo la lettera dei Vicari Foranei della Diocesi di Padova e siamo qui a dare la nostra disponibilità all’accoglienza di profughi che arrivassero a Padova.

Tenendo conto della struttura di Ca’ Edimar e delle varie case di accoglienza presenti al suo interno, noi possiamo accogliere:
– madri con figli
– giovani maggiorenni che intendono studiare o lavorare.

Caos migranti: l’intervento di Mario Dupuis su Il Sussidiari.net

Caos migranti, la domanda che viene “prima” dell’accoglienza, dei vertici e delle quote.

Caro direttore,
in questi ultimi giorni con l’imponente aumento di profughi in arrivo in Europa, sta aumentando anche lo smarrimento della gente: si sta discutendo molto sulla necessità di fermare il flusso intervenendo nei Paesi di origine o di assicurare rigide distinzioni tra chi è veramente profugo da paesi in guerra e chi no, fino a dibattere, soprattutto nel mondo cattolico, sulla eventuale preferenza da dare a profughi cristiani, siriani in particolare, perseguitati dall’Isis.
La mia esperienza nel villaggio di accoglienza “Ca’ Edimar“ a Padova, iniziata nel 2001, mi fa dire che c’è qualcosa che viene prima di tutto questo, e la drammatica circostanza in cui siam o, per l’imponenza del problema che presenta, ha comunque un merito: che l’accoglienza del diverso da sé esce dai luoghi tipicamente preposti a questo (opere sociali, comunità, adozioni, etc.) e rappresenta una domanda e una grande opportunità per tutti, cristiani e non.
Si, c’è qualcosa che viene prima del “posso o non posso” – è giusto non è giusto – serve o non serve. È la domanda a cui il cuore dell’uomo, di ogni uomo non può sfuggire ed è quella che introduce il bellissimo titolo del prossimo Meeting di Rimini “Tu sei un bene per me”.
Nessuna paura per i lettori: lasciare che il cuore affermi questa verità suprema dell’essere, “Tu sei un bene per me”, non significa immediatamente e meccanicamente “allora ti accolgo a casa mia”: è molto di più, non confinabile e misurabile nell’atto concreto di solidarietà che poi può nascere. È allargare la propria umanità, fatta di ragione e cuore, fino ai confini ultimi del mistero della vita e perciò della persona, di qualunque persona.
quando ho portato il primo ragazzo di strada a casa mia, nell’ormai lontano 1996, l’esito non è stato innanzitutto la decisione di accogliere altri, ma che, guardando nell’estraneo fino ad arrivare a scorgere ciò che mi univa a lui e non me lo rendeva più estraneo, ho guardato i miei figli e mia moglie con più verità. Non occorre la fede per fare questo percorso. Basterebbe essere leali con se stessi, partendo da domande semplicissime e disarmanti come quella che mi faccio ancora davanti ad ogni persona bisognosa che bussa alla porta di Ca’ Edimar o che vedo nei crocicchi della strada a chiedere la carità: che meriti ho io per non essere nato e cresciuto in un ambiente che mi avrebbe portato ad essere come loro? Ho forse scelto io di nascere dove sono nato e non in un villaggio del Brasile dove scappa a otto anni, come fu per Edimar, e diventare menino de rua per sopravvivere? Ricordo quando don Giussani ci raccontava di sua mamma che, quando era piccolo, rimboccando le coperte del suo letto era solita dire al figlio: “Pensiamo ai poveri […] pensiamo a quel che è successo in Giappone, pensa alla guerra che c’è in Cina”.

L’articolo è stato pubblicato su Il Sussidiario